Il 21 settembre ricorre la Giornata mondiale dell'Alzheimer, una malattia che rappresenta la forma più comune di demenza negli over 65. Le varie forme di demenza sono considerate inguaribili, poiché non esistono ancora cure in grado di fermare i danni cerebrali e la morte delle cellule nervose, mentre i farmaci disponibili possono soltanto rallentare il decorso della malattia e, in parallelo con i trattamenti non farmacologici, controllarne i sintomi cognitivi e comportamentali. In questo articolo esamineremo una forma specifica di terapia non farmacologica, la stimolazione cognitiva.
Con l’aumento della speranza di vita si assiste ad un progressivo incremento del numero degli individui nella fascia più anziana della popolazione. Di pari passo aumenta anche l’incidenza di malattie degenerative legate all’età. Infatti, superati i 65 anni, il rischio di andare incontro al declino cognitivo raddoppia ogni quattro anni.
La demenza ha un impatto elevato sulla persona anziana, compromettendone marcatamente l’autonomia. Vengono intaccate sia le facoltà cognitive (memoria, linguaggio e capacità di ragionamento) sia l’aspetto psicologico e comportamentale, causando depressione, apatia, allucinazioni, agitazione, oppure aggressività.
La stimolazione cognitiva è un intervento di riabilitazione mirato al mantenimento delle capacità mentali residue e al miglioramento del benessere generale di chi soffre di demenza. Nello specifico, gli obiettivi della stimolazione cognitiva sono:
- Rallentare il decadimento cognitivo, allenando le funzioni mentali residue per contrastare la perdita delle abilità;
- Migliorare il benessere, supportando il malato nel mantenimento della sua autonomia il più a lungo possibile;
- Ridurre i problemi comportamentali, affiancando la persona con un atteggiamento empatico e non giudicante;
- Supportare i caregiver, il mantenimento dell’autonomia della persona malata permette di riduce lo stress e il carico assistenziale dei familiari.
Le attività e gli esercizi impiegati nella stimolazione cognitiva includono:
- Attività logico-matematiche: contare al contrario, fare semplici calcoli a mente o completare sequenze numeriche.
- Attività linguistiche: elencare parole per lettera, completare frasi o associare parole per significato.
- Attività di memoria: esercizi che stimolano la memoria, spesso integrati in attività più ampie.
- Attività ludiche: giochi da tavolo o di carte.
- Attività manuali e creative: colorare, fare lavoretti manuali, o partecipare a laboratori creativi.
- Attività sociali e di gruppo: conversare, fare passeggiate, videochiamare amici e parenti, o partecipare a gruppi di stimolazione.
- Attività sensoriali: ascoltare musica o guardare film, che stimolano anche la sfera emotiva.
È fondamentale che le attività siano stimolanti e diversificate, per evitare che la persona si ritrovi a ripetere in maniera meccanica dei compiti già conosciuti. Gli esercizi proposti devono rappresentare un momento di divertimento e coinvolgimento per l'anziano, così da rafforzare la sua autostima e non farlo sentire sotto esame.